Vigilanza postoperatoria: tutela del diritto alla salute.

Gli obblighi che il professionista sanitario deve seguire sono molteplici. Si parla di obblighi rinvenibili nelle linee guida, ritenute obbligatorie dalla legge Gelli. Gli obblighi di cui si parla riguardano tutte le fasi dell’attività sanitaria: diagnosi, intervento ed anche la fase postoperatoria. Arrivati alla conclusione dell’intervento, infatti, bisogna tenere conto del cd. obbligo di vigilanza.

Obbligo di vigilanza postoperatoria: i soggetti interessati.

Tramite esso si garantisce una tutela all’integrità fisica del paziente, fino a quando il professionista non lo ritenga salvo da eventuali complicanze postoperatorie. Tale obbligo, però, non ricade unicamente sul medico che ha effettuato l’intervento; i soggetti interessati sono: il medico anestesista e l’infermiere.

La posizione dell’infermiere.

Secondo le linee guida, la sorveglianza clinica postoperatoria dei pazienti è affidata agli infermieri. È da specificare che con sorveglianza clinica si intende la periodica valutazione dello stato del paziente per quanto riguarda la stabilità dei parametri vitali, questi ultimi sono specificati attentamente. Durante questo periodo, l’infermiere deve quindi fare attenzione all’evoluzione della situazione del paziente, motivo per cui esistono le cd. norme cautelari di condotta. Queste ultime mirano a evitare ogni comportamento imprudente dei professionisti che possa ledere il paziente.

La posizione del medico anestesista.

L’obbligo di vigilanza grava anche sul medico anestesista per garantire un tempestivo intervento di rianimazione. Anch’egli deve fare di tutto per evitare danni irreversibili alla salute del paziente. La sua responsabilità si rinviene nel momento in cui assume una condotta contrarie alle linee guida, o meglio: affinché egli sia ritenuto responsabile deve rinvenirsi una sua condotta imprudente e un danno al paziente. Con la legge Gelli, infatti, non si usa più distinguere tra colpa lieve e colpa grave del medico, essendo necessaria una condotta non conforme alle buone pratiche clinico-assistenziali vigenti nel settore sanitario.

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