Le legislazioni dei Paesi UE pongono l’autonomia economica dell’immigrato come una condizione necessaria per avere un permesso di soggiorno e poi la cittadinanza.
Le legislazioni dei Paesi UE pongono l’autonomia economica dell’immigrato come una condizione necessaria per avere un permesso di soggiorno e poi la cittadinanza.
L’immigrato viene espulso se non dimostra di avere un lavoro regolare o qualcuno che possa dargli un sostentamento economico, condizioni per ottenere un regolare permesso di soggiorno.
Una prima eccezione a questo principio riguarda quanti sono vittime di persecuzioni politiche o religiose, provengono da dittature e Paesi in guerra. Il diritto internazionale prevede che in questi casi sia riconosciuto il diritto di asilo, l’assistenza sanitaria e le cure di primo soccorso.
A qualsiasi persona, pure clandestina, si applica quanto sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
A qualsiasi persona, pure clandestina, si applica quanto sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Altro è il visto di ingresso, che è l’atto con il quale uno stato dà a un individuo straniero il permesso di accedere nel proprio territorio, per un certo periodo di tempo e per determinati fini. È internazionalmente noto col nome breve di visa, dal latino charta visa (“carta che è stata vista”).
I cittadini degli stati che hanno sottoscritto la convenzione di Schengen (quasi tutti quelli dell’Unione europea, tranne Gran Bretagna e Irlanda ed inoltre vi hanno aderito Svizzera ed Islanda) possono entrare liberamente in Italia e soggiornarvi senza limitazioni, mentre gli altri sono soggetti a controlli di frontiera, in molti casi con l’obbligo del visto d’ingresso rilasciato da un’ambasciata italiana all’estero.
Come orientamento generale, sono di regola esenti dall’obbligo del visto tutti i cittadini degli stati del continente americano, mentre sono in genere soggetti all’obbligo del visto i cittadini provenienti da stati del continente africano ed asiatico.
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