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È ormai ventennale l’impegno dello Studio Legale nella tutela del consumatore bancario.
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Era il 1998, quanto furono proposte diverse opposizioni, a diversi decreti ingiuntivi, ottenute da diverse banche: in tutti i casi, fu speso un motivo volto a far valere la illegittimità del cosiddetto anatocismo (la capitalizzazione degli interessi e oneri passivi), sulla base di qualche isolata sentenza di qualche giudice di merito.
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Le stesse opposizione furono -però- l’inizio del contenzioso poi irrobustito dalle due note sentenze di cassazione del marzo del 1999, che confermarono i profili di illegittimità dell’anatocismo, dando vita al calvario giudiziario e legislativo degli anni a seguire.
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Da allora, lo Studio Legale ha maturato una importante esperienza -anche processuale- in tutto ciò che riguarda il rapporto bancario in genere, in contenziosi che hanno ovviamente riguardato il tema dei tassi usurai di interesse, i tassi LIBOR e EURIBOR, il gioco delle valute e ogni altro profilo di illegittimità (ormai noti, grazie allo spazio -davvero ampio- dato dai mass media).
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La polarizzazione dello Studio, in tematiche bancarie, lo ha reso sensibile a tante tematiche nuove, quali sono i profili di nullità delle fideiussioni omnibus (si veda il contributo ne “Il Portale Giuridico”) o anche i profili di responsabilità delle banche depositarie in tutte le operazioni di investimento online, finite male.
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Altro tema, particolarmente seguito dallo Studio, è quello suggellato da recenti pronunce contro importanti istituti bancari, da cui è emersa la prassi illecita volta a pilotare, con somme consistenti o indicazioni condivise, i valori di mercato e ogni altro parametro economico inerente le operazioni gestite, aldilà delle democratiche oscillazioni sempre presenti.
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Ciò è in effetti realizzabile soprattutto nelle ultime ore di contrattazione, laddove i volumi sono più ridotti ed è più facile spingere le quotazioni verso una direzione, anche a danno di alcuni risparmiatori. Inoltre in molti sostengono che alcune società addette alla valutazione dell’affidabilità dei titoli e all’indicazione del loro valore di mercato, si spingano ad effettuare delle valutazioni arbitrarie e prive di effettivi riscontri reali allo scopo di spingere un titolo verso una determinata quotazione per trarne un profitto.
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Trattasi di una nuova frontiera di contenzioso che porta a mettere in discussione svariati tassi di interesse, previsti nella contrattualistica tra banche e clienti.
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