Teoria della pena: perché esiste e a quale scopo.

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Per quale motivo esiste il potere di limitare la libertà personale o di ricorrere a pene pecuniarie come la multa e l’ammenda?  Nel corso della storia i luminari del diritti hanno a lungo discusso sui presupposti e gli scopi che la pena deve avere per giustificare il suo utilizzo. Sono state formulate così tre teorie della pena: la teoria retributiva, la teoria della prevenzione generale e la teoria della prevenzione individuale. 

Teoria retributiva: se fai un male devi pagare.

Secondo tale teoria la pena ha un scopo: compensare il male inflitto. In tal modo, scontando la pena il reo dovrebbe retribuire il danneggiato. Viene alla luce così l’aspetto primitivo della pena, non a caso un esempio classico è l’antica legge del taglione ( al danneggiato è concesso di infliggere un’offesa uguale al reo ). Quindi, la giustificazione per l’inflizione della pena è la seguente: ti punisco perché è giusto e non perché è utile alla società. Giustificazione non totalmente condivisibile da una società basata sull’inviolabilità personale.

Teoria della prevenzione generale.

Chi ha sviluppato tale teoria vedeva la pena come criterio di orientamento del comportamento della società. La pena, prima di essere irrogata, viene minacciata. Quindi, si fa leva sull’intimidazione per orientare il comportamento della società. Inutile dire che questa concezione è stat oggetto di varie critiche: da un lato, viene detto che in tal modo l’essere umano viene trattato come un animale da addomesticare; dall’altro, da un punto di vista psicologico, l’intimidazione produrrebbe l’effetto contrario, cioè di spingere alcuni soggetti a compiere un delitto. D’altronde, da sempre il proibito ci attrae.

Teoria della prevenzione individuale.

Similmente alla precedente, secondo tale teoria la pena servirebbe ad impedire che l’autore di un reato ne commetta altri in futuro. La pena realizza questa finalità percorrendo tre strade diverse, a seconda del caso concreto:

  • aiutando il reo a reinserirsi nella società;
  • se la prima non è possibile, tramite l’intimidazione;
  • Rendendo inoffensivo il soggetto nei cui confronti il reinserimento e l’intimidazione non producono i risultati sperati.

Teoria della pena in Italia?

Ora, il prevalere di una teoria sull’altra dipende dal tipo di stato di riferimento. Prendendo in esame l’Italia, siamo di fronte ad uno stato laico, pluralista e secolarizzato. Si è preferito quindi lasciare da parte fini trascendenti ( escludendo quindi la teoria retributiva ), preferendo un’idea di pena come mezzo di prevenzione generale, mirando al contempo  alla rieducazione del reo.

“Il giudice non cerca la verità del fatto, ma cerca nel prigioniero il delitto.” ( Cesare Beccaria ).

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